3 Effetti principali del covid sullo sviluppo digitale
Mentre sogniamo di lasciarci la pandemia alle spalle il più presto possibile e tornare ad esplorare il mondo, stiamo anche cambiando i nostri comportamenti e le nostre abitudini, accelerando, senza neanche rendercene conto, lo sviluppo digitale in ogni ambito della nostra vita.
Ovviamente la nostra attenzione si sposta sul viaggio, continuamente plasmato dalle nuove tecnologie, e sugli impatti diversi nella relazione che abbiamo coi viaggi, il lavoro ma anche con la condivisione di dati personali.
Andiamo a scoprire più nel dettaglio le conseguenze del covid sullo sviluppo digitale e quali sono gli effetti collaterali che sta avendo su di noi!
1. App di monitoraggio
Dal momento che la possibilità di una vacanza completamente libera dal Covid sembra ancora lontana, i viaggiatori sono molto più ansiosi e preoccupati della loro sicurezza specialmente quando si tratta di prendere un volo.
Durante quest’ultima estate molte persone sono comunque andate in vacanza, anche se rimanendo principalmente nel loro paese, con l’angoscia costante di controllare le loro condizioni di salute o di correre a farsi il test non appena avvertivano qualsiasi “sintomo sospetto”.
Un buon esempio è Immuni, l’app ufficiale di segnalazione sviluppata dalla commissione ufficiale per l’emergenza Covid, che è stata rilasciata in totale osservanza della protezione dati degli utenti.
Come già accennato, ciò che rende questa app davvero utile è il fatto che manda notifiche agli utenti che sono a rischio di avere il virus il più presto possibile, anche quando sono asintomatici. Con Immuni si può rilevare qualsiasi contatto fra due utenti, senza sapere chi sono e dove questo è’ avvenuto, in modo che se uno dei due e’ portatore del virus, l’altro lo saprà immediatamente.
Il sistema è basato su segnali Bluetooth, che sono meno intrusivi in quanto con raccolgono nessun dato di geolocalizzazione ne GPS. infatti, l’app non colleziona nessun dato che potrebbe identificare l’utente (quali nome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono, e mail).
In questo modo le persone possono avere accesso a informazioni riguardanti il virus senza dover per forza condividere i loro dati personali: questo è, come vedremo più avanti, il punto chiave che le aziende operanti in questo settore devono raggiungere al giorno d’oggi.
2. Passaporti digitali
Le imprese turistiche e di viaggio stanno facendo il loro meglio per sviluppare protocolli e standard di sicurezza, cominciando addirittura ad implementare l’uso della cosiddetta tecnologia digitale touchless, che sara’, secondo l’opinione di molti, quello a cui dovremo abituarci prossimamente.
Alcune linee aeree come gli Emirates, stanno addirittura facendo test anti-Covid sul posto, ma questo, tanto quanto lo screening sanitario negli aeroporti, è ovviamente più difficile da realizzare in larga scala.
Una soluzione che diversi aeroporti europei stanno considerando è l’utilizzo di passaporti digitali sanitari: in altre parole, identità digitali in cui dati personali quali età, condizioni di salute e viaggi recenti vengono archiviati per costruire un “profilo individuale di rischio” e tenere sotto controllo l’esposizione al covid in tempo reale.
Questo potrebbe essere un modo estremamente efficiente di verificare lo stato-Covid di ognuno e portare un po’ di respiro all’industria turistica ma specialmente ai turisti stessi, incrementando allo stesso tempo le capacità di controllo del virus di molti paesi.
Sembrerebbe la soluzione perfetta, se non fosse per il fatto che gli utenti, giustamente, daranno accesso ai loro dati solo se si sentiranno protetti. Privacy, (argomento molto delicato in questi ultimi tempi), consenso, autodichiarazione e trasparenza nella gestione dei dati sono pilastri fondamentali per il mantenimento dell’innovazione digitale.
Questo tipo di approccio è gia in atto nell’iniziativa del World Economic Forum’s Known Traveller Digital Identity, che raggruppa individui, governi, autorità e l’industria digitale in un consorzio globale per incoraggiare viaggi sicuri e senza problemi di alcun genere.
L'obiettivo principale è quello di poter verificare ciò che gli utenti dichiarano riguardo i loro dati di identificazione, migliorando l’esperienza dei passeggeri, riducendo il rischio e, come conseguenza diretta, contenere il virus. I viaggiatori possono gestire il proprio profilo, raccogliere le attestazioni dei loro dati di identificazione e decidere che informazioni condividere.
Nel contesto attuale, con iniziative simili, la gente avrebbe la possibilità di consentire o no alla condivisione dei propri dati personali e d'identità prima di un viaggio, permettendo ai funzionari di frontiera di condurre qualsiasi accertamento di rischio in anticipo, ma anche di evitare code ed ingorghi negli aeroporti.
E’ evidente che i nuovi strumenti di monitoraggio e screening sanitario ci stanno man mano dando speranza di ritornare a un modo di viaggiare spensierato e fuori pericolo, dall’altra parte però, stanno anche sollevando problemi di privacy e dati.
La prossima soluzione dovrà essere il più trasparente possibile in modo da spingere le persone ad accoglierla e metterla in atto nella vita di tutti i giorni, o viaggiare potrebbe rimanere un lusso che la maggiorparte delle persone evita fino a che non avrà delle certezze concrete.
3. Lavorare da remoto e viaggiare
Anche se i due punti precedenti ci porteranno probabilmente a vivere il viaggio in una maniera quasi normale e rilassata, alcune abitudini digitali iniziate per cause di forza maggiore (vedi sempre Covid) non spariranno da un giorno all’altro, ma anzi probabilmente entreranno a far parte della nostra quotidianità anche dopo aver trovato una soluzione al virus.
Uno dei cambiamenti cruciali avvenuti dallo scoppio della pandemia è lavorare da remoto, che sta rapidamente crescendo in tutto il mondo: la maggioranza degli impiegati sono infatti passati a posizione da remoto, full time o alcuni giorni alla settimana.
Sembra assurdo come, i nuovi programmi software interattivi quali Remote Pc, Google Meets, Teamviewer ecc. ci permettano di vivere un’esperienza digitale sempre vicina a quella reale, che avremmo di persona. Infatti, molte compagnie hanno introdotto polizze per incentivare il lavoro da remoto senza che questo abbia un impatto negativo sulla produttività.
E se all’inizio la gente era riluttante, ora sembra che la maggior parte dei lavoratori preferiscano il confort della loro casa, che porta anche diversi vantaggi quali riduzione dei costi (sia per impiegati che la compagnia), un migliore equilibrio vita personale-lavoro, e una giornata lavorativa più flessibile, allo stesso tempo avendo un impatto positivo sull’ambiente.
Dato che ora abbiamo la prova che quasi tutti gli impieghi aziendali possono essere svolti tranquillamente da casa, e’ molto probabile che questo continui ad essere implementato anche nel futuro. E se possiamo lavorare da casa, possiamo fare la stessa cosa da qualsiasi stanza/casa/hotel/spazio di coworking nel modo, ovviamente con wifi.
In questo modo, potremmo idealmente passare da lavoro a vacanza semplicemente chiudendo il nostro pc alla fine della giornata lavorativa. Questo sconvolgerebbe non solo la concezione che abbiamo del rapporto vacanza-lavoro, ma faciliterebbe anche viaggiare e lavorare allo stesso tempo.
In sostanza, una soluzione pensata per farci stare a casa durante la quarantena e i periodi di restrizione come quello che stiamo vivendo oggi, ci potrebbe permettere di viaggiare di più (sempre parlando di una situazione che lo permetta), e di abbandonare piano piano la realtà’ dell’azienda, di cui molti non sentono più il bisogno.
Cosa ne pensate?
Vedete questi 3 fattori come fonte di sviluppo per la nostra società? In altre parole, pensate che il covid all’interno dell’ambito digitale, abbia portato anche conseguenze positive, o vedete le nuove soluzioni solo come un tentativo disperato di reagire a questa situazione anormale?